Nelle città in Italia si registra il 43% delle vittime della strada, contro una media europea del 34%. Il 42% dei morti in città è un pedone o un ciclista. Il 2019 (per restare sui dati non ancora influenzati dai rigidi lock-down pandemici) ha registrato un nuovo preoccupante aumento dei pedoni morti (+ 1,5%) ed un calo di quelli feriti (2,16%).
Circa 6.000 morti e oltre 210.000 feriti negli ultimi dieci anni: sono i dati dell’incidentalità che coinvolge i pedoni. L’immagine di quanto accade nelle strade urbane si fa ancora più nitida se si pensa che circa il 20% dei pedoni perde la vita mentre attraversa sulle strisce e oltre il 50% delle vittime ha più di 65 anni. Una media di quasi due morti e sessanta feriti al giorno, un indicatore dell’incidentalità che ha di recente registrato un nuovo aumento dei morti ma un leggero calo dei feriti consegnandoci così un trend con alcune luci ma anche ombre invitando tutti a proseguire con ulteriore impegno.
Siamo Tutti Pedoni lavora in questo scenario con l’obiettivo di ampliare lo sguardo nell’affrontare i temi della sicurezza dei pedoni e degli altri utenti vulnerabili della strada: per garantire un sano sviluppo delle nostre comunità infatti è necessario modificare le città. Oggi sono progettate e strutturate sull’uso prevalente dell’auto privata e dobbiamo rigenerarle con nuove visioni ed infrastrutture che incentivino e facilitino gli spostamenti a piedi o in bicicletta e quindi con i mezzi di trasporto pubblico. E’ necessario anche riscoprire e valorizzare la vita di comunità negli spazi pubblici. Creare le condizioni per vivere in sicurezza nelle strade e nei giardini ha un impatto sulla salute collettiva: dalla riduzione dei morti e feriti sulle strade, alla riduzione dell’inquinamento dell’aria, dalla riduzione dei rischi per la salute dovuti anche alla vita sedentaria, allo sviluppo di un’economia di prossimità. E’ il momento per passare dalle “città sicure” alle “città vivibili e del benessere”.
Siamo Tutti Pedoni infatti accompagna l’impegno a migliorare le infrastrutture con quello a educare, formare, informare, coinvolgere e sperimentare nuove pratiche per il cambiamento a misura di pedone che passino anche attraverso un ripensamento fattivo delle città, ad esempio attraverso pratiche di urbanismo tattico, che mettano al centro la mobilità dolce, la riappropriazione degli spazi urbani in ottica di socialità e vivibilità, la camminabilità, il benessere, la convivenza e la relazione tra i diversi utenti della strada e tra le generazioni.