Sindacati, istituzioni, università e associazioni insieme per la sicurezza dei pedoni. Se n’è discusso il primo febbraio a Bologna nel convegno nazionale intitolato “Muoversi a piedi: per una mobilità amica della salute e dell’ambiente”, nella cornice suggestiva della Sala Farnese presso il Comune. Una sala gremita di associazioni, cittadini, membri dei sindacati ha confermato il grande interesse presente attorno al tema: città e spazi comuni che cambino paradigma, da territorio dell’auto nel quale tracciare percorsi per i pedoni, a spazi condivisi con pari diritti per tutti gli utenti.
L’incontro è stato promosso dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, dall’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna, dal Centro Antartide, con la collaborazione degli enti locali, delle Ausl e delle associazioni Auser, Ada e Anteas, con il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’Upi, dell’Anci, del Comune e dell’Università di Bologna.
Un’iniziativa nata dalla necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema, quello della sicurezza degli utenti deboli della strada, troppo spesso accantonato. I dati parlano chiaro: 7.000 morti e oltre 200.000 feriti negli ultimi dieci anni. Qualcuno potrebbe scambiarlo per il bollettino di guerra dell’Afghanistan, ma è invece il numero allarmante delle tragedie che coinvolgono i pedoni. Cifre impressionanti, rese ancora più drammatiche dalle invalidità permanenti riportate dalle vittime della strada. Soltanto nel 2011 tra chi cammina si contano 21.000 feriti e ben 589 morti. Questa immagine terribile si fa ancora più nitida se si pensa che il 30% dei pedoni perde la vita mentre attraversa sulle strisce e oltre il 50% delle vittime ha più di 65 anni. Una media agghiacciante di quasi due morti e trenta feriti al giorno, una strage bianca che non può lasciar indifferente l’opinione pubblica.
Il convegno, finalizzato dunque a stimolare le coscienze collettive per tentare di ridurre il peso di questa tragedia, si è aperto con l’intervento di Alberto Orange, il segretario nazionale della Uil Pensionati. La mattina è stata dedicata all’importanza e alle difficoltà del muoversi a piedi oggi, con gli interventi di Luigi Salizzato – Azienda Usl di Cesena -, Marco Giustini – Isitituto Superiore di Sanità -, Piera Nobili – Presidente del Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità Italia -, Gisella Bassanini – architetta e ricercatrice – e Sandro Vedovi – Responsabile Progetti Fondazione Ania.
Nella seconda parte dell’incontro si è invece affrontato il tema delle città amiche dei pedoni, con i contributi di Beniamino Lami – Segretario nazionale dello Spi-Cgil – , Michèle Pezzagno – della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia –, Marco Pollastri – rappresentante del Centro Antartide. Esempi concreti di come rendere maggiormente fruibile e vivibile l’ambiente urbano per i pedoni sono arrivati da Dario Manuetti – dell’Associazione “La città possibile” – che ha raccontato l’esperimento della Zona 30 di Torino, dall’Assessore alla Mobilità del Comune di Bologna Andrea Colombo che ha illustrato le esprienze dei Pedibus e dei Tdays e da quello del Comune di Udine Enrico Pizza, autore di un intervento sulle città slow. Nei saluti finali Lorenzo Coli, Segretario nazionale del Fnp-Cisl ha sottolineato l’importanza di continuare i lavori sul tema della sicurezza degli utenti deboli della strada, presentando il manifesto delle “Città Amiche dei Pedoni”, sottoscritto da 40 città capoluogo in tutta Italia. “Essenziale è” ha commentato in conclusione “lavorare a un cambio culturale che porti tutti i cittadini, automobilisti, scooteristi e altri utenti, che siamo tutti pedoni, e lo ritorniamo appena ci chiudiamo lo sportello della macchina dietro le spalle”.
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